Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


sabato 28 maggio 2011

459 - INDIGENI MAYA MAM DICONO NO AI MEGAPROGETTI ED ESIGONO RISPETTO PER LA LORO DECISIONE

Preoccupati per l'ecosistema, specialmente per le risorse idriche, gli indigeni di 13 municipi che costituiscono la regione Maya Mam nel dipartimento guatemalteco di Huehuetenango hanno dichiarato, lo scorso 18 maggio, dopo le consultazioni popolari, che il loro territorio deve essere libero dai megaprogetti, principalmente quelli del settore minerario.
Essi esigono che il governo rispetti la decisione, sottolineando che le consultazioni sono fondate sull'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), ratificato dal Guatemala nel 1996. Il processo è iniziato nel 2006 e, l'anno seguente, i 13 municipi della regione Maya Mam avevano già partecipato. Anche gli altri 19 municipi del dipartimento di Huehuetenango si sono dichiarati contro i grandi progetti.
Basilio Tzoy, che vive nel dipartimento e coordinatore della Unidad de Incidencia della CEIBA -Amici della Terra Guatemala, - ha dichiarato che gli indigeni vogliono che il governo rispetti tutte le consultazioni e che il presidente Álvaro Colon non "accetti più richieste per qualunque studio idroelettrico o minerario nella zona".
Tzoy ha chiarito che le comunità temono l'inquinamento dei fiumi provocato dal settore minerario e la scarsità di acqua dovuta alla perforazione dei pozzi. D'altra parte, esiste anche preoccupazione sociale, perché i megaprogetti finiscono per "dividere" le opinioni, generando conflitti, minacce nei confronti di coloro che si oppongono ai progetti e criminalizzazione dei movimenti sociali.
Un altro problema indicato da Tzoy è il destino del guadagno generato nei territori delle comunità. "(...) Le risorse che estraggono (le imprese) hanno molto valore e non lasciano niente per il paese, e meno ancora per le comunità", ha affermato.
La resistenza ai megaprogetti si diffonde nel paese. Nel mese di febbraio, il municipio Maya Man di San Juan Ostuncalco, nel dipartimento di Quetzaltenango, ha votato contro sette licenze di sfruttamento minerario concesse all'impresa canadese Goldcorp, che ha cominciato a produrre oro nel 2005. Dei 6.758 partecipanti alla consultazione, solo 30 hanno votato a beneficio del progetto. Nella decisione, la comunità ha tenuto in conto i rischi sull'ecosistema- acqua, flora e fauna.
L'impresa Goldcorp è detentrice della maggioranza delle concessioni di sfruttamento minerario in Guatemala. Tzoy ha citato l'esempio della miniera Marlin che è ubicata nel dipartimento di San Marcos, tra Huehuetenango e Quetzaltenango, e che è sfruttata dalla multinazionale. Sul posto, gli effetti peggiori sono l'inquinamento dell'acqua con cianuro e crepe nelle case degli abitanti, provocate dalle esplosioni caratteristiche del settore minerario a cielo aperto, oltre alla persecuzione degli attivisti locali.
Il Governo non rispetta le consultazioni
Per ignorare le consultazioni, il governo del Guatemala argomenta che i plebisciti realizzati nelle comunità potranno solo entrare in vigore dopo l'approvazione di un regolamento che vincoli l'Accordo 169 dell'OIL con la Costituzione del paese.
Così il governo ha presentato in febbraio, e senza dialogare con gli indigeni, una proposta di regolamento, che si trova nel sito web del Ministero del Lavoro, in spagnolo. Le comunità avevano solo 30 giorni per presentare, per iscritto, in caso di disaccordo con il testo.
Il governo non considera il fatto che le comunità non hanno facile accesso ad internet e che la maggioranza degli indigeni non legge lo spagnolo. Inoltre, la Commissione Presidenziale dei Diritti umani della Corte Interamericana di Diritti umani (CIDH) ha chiarito, in una lettera, che "l'Accordo 169 si è convertito in legge di applicazione nazionale a partire dalla sua ratifica", cosa che farebbe venire meno la necessità del regolamento proposto dal governo del Guatemala.
Con informazioni di Noticias Aliadas.
Adital, 24/05/2011 

458 - INDÍGENAS MAYA MAN DICEN NO A LOS MEGAPROYECTOS Y EXIGEN RESPETO POR LA DECISIÓN

Preocupados por el medio ambiente, especialmente por los recursos hídricos, los indígenas de 13 municipios que constituyen la región Maya Man en el departamento guatemalteco de Huehuetenango declararon, el último día 18, después de consultas populares, que su territorio debe estar libre de megaproyectos, principalmente los de minería.
Ellos exigieron que el gobierno respete la decisión, resaltando que las consultas están amparadas por el Convenio 169 de la Organización Internacional del Trabajo (OIT), ratificado por Guatemala en 1996. El proceso comenzó en 2006 y, al año siguiente, los 13 municipios de la región Maya Man ya habían participado. Los otros 19 municipios del departamento de Huehuetenango también se declararon en contra de los grandes emprendimientos.
l habitante del departamento y coordinador de la Unidad de Incidencia de la CEIBA –Amigos de la Tierra Guatemala, Basilio Tzoy–declaró que los indígenas quieren que el gobierno respete todas las consultas y que el presidente Álvaro Colon "no acepte más solicitudes para cualquier estudio hidroeléctrico o minero en la zona”.
Tzoy aclaró que las comunidades temen la contaminación de los ríos provocada por la minería y la escasez de agua debido a la perforación de pozos. Por otro lado, también existe la preocupación social, pues los megaproyectos terminan por "dividir” opiniones, generando conflictos, amenazas a los que se oponen a los emprendimientos y criminalización de los movimientos sociales.
Otro problema señalado por el militante es el destino del lucro generado en los territorios de las comunidades. "(...) Los recursos que sacan (las empresas) tienen mucho valor y no dejan nada para el país, mucho menos para las comunidades”, afirmó.
La resistencia a los megaproyectos se esparce por el país. En el mes de febrero, el municipio Maya Man de San Juan Ostuncalco, en el departamento de Quetzaltenango, también votó contra siete licencias de explotación minera otorgadas a la empresa canadiense Goldcorp, que comenzó a producir oro en 2005. De los 6.758 participantes de la consulta, sólo 30 votaron a favor del proyecto. En la decisión, la comunidad tuvo en cuenta los riesgos sobre el medio ambiente –agua, flora y fauna.
La empresa Goldcorp es detentora de la mayoría de las concesiones de explotación minera en Guatemala. Tzoy citó el ejemplo de la mina Marlin, que está ubicada en el departamento de San Marcos, entre Huehuetenango y Quetzaltenango, y que también es explotada por la transnacional. En el lugar, los peores efectos son la contaminación del agua con cianuro y rajaduras en las casas de los habitantes, provocadas por las explosiones características de la minería a cielo abierto, además de la persecución a los activistas locales.
Gobierno no respeta consultas
Para ignorar las consultas, el gobierno de Guatemala argumenta que los plebiscitos realizados en las comunidades sólo podrán entrar en vigencia después de la aprobación de un reglamento que vincule el Convenio 169 de la OIT con la Constitución del país.
Con eso, el gobierno presentó en febrero y sin dialogar con los indígenas, una propuesta de reglamento, que está en el sitio web del Ministerio del Trabajo, en español. Las comunidades tenían sólo 30 días para presentar, por escrito, desacuerdos con el texto.
El gobierno no considera el hecho de que las comunidades no tienen fácil acceso a internet y que la mayoría de los indígenas no lee español. Además, la Comisión Presidencial de Derechos Humanos de la Corte Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) esclareció, en una carta, que "el Convenio 169 se ha convertido en ley de aplicación nacional a partir de su ratificación”, lo que dispensaría la necesidad del reglamento propuesto por el gobierno de Guatemala.
Con informaciones de Noticias Aliadas.
Adital, 24/05/2011 

domenica 22 maggio 2011

457 - IL PRESIDENTE DELLA GOLDCORP DIFENDE LE ATTIVITÀ MINERARIE IN GUATEMALA

Chuck Jeannes, presidente della compagnia Goldcorp, ha difeso le attività minerarie della sua compagnia e del progetto Marlin a San Marcos, nella riunione generale degli azionisti, svoltasi mercoledì 18 maggio in Canada, secondo il giornale locale Vancouver Sun.
Secondo Jeannes, l'impresa utilizza gli stessi standard ambientali e di rispetto di diritti umani applicati in Canada e Stati Uniti.
Nel suo intervento, il dirigente ha assicurato che le dispute sul possesso della terra e l'impatto ambientale della miniera riscaldano gli animi a causa delle differenze di punti di vista, tra coloro che sentono che il settore minerario non dovrebbe essere una parte importante dello sviluppo economico, e quelli, come Goldcorp, che credono che sia importante.
Ha respinto le accuse fatte da attivisti a Vancouver nella riunione annuale degli azionisti, che segnalano che la miniera ha causato problemi di salute alla popolazione vicina alle installazioni.
“Noi non ci appoggiamo sulle prove del Governo del Guatemala per giungere alle nostre conclusioni, che le nostre attività nella miniera non liberano sostanze dannose. Ci appoggiamo sulle nostre proprie prove. Ciò è quello che facciamo tutti i giorni come parte del nostro monitoraggio costante delle attività. È la stessa cosa che facciamo in Canada, negli Stati Uniti ed in qualunque posto dove abbiamo miniere", ha detto.
La miniera in San Miguel Ixtahuacán è stata al centro dell’attenzione della riunione, nonostante la notizia dei guadagni nelle sue operazioni nel paese.
Il tema di Marlin è stato fu affrontato da uno degli azionisti che ha promosso una richiesta alla compagnia affinché sospenda qualunque acquisizione di terra e progetto di espansione della miniera guatemalteca e fermi le operazioni, in accordo con una raccomandazione fatta dalla Commissione Interamericana per i Diritti umani, che non è legalmente vincolante.
Alcuni abitanti hanno manifestato, in varie occasioni, che le fonti di acqua sotterranea sono inquinate dalla miniera e dal suo programma di acquisto di terra, che risale a dieci anni fa, e che ha interessato le terre comunali del municipio.
Il Dirigente della Goldcorp assicura che i livelli di sostanze nell'acqua della regione non sono cambiati da quando la miniera ha iniziato ad operare.
Prensa Libre 19/05/2011

456 - PRESIDENTE DE GOLDCORP DEFIENDE PRÁCTICAS MINERAS EN GUATEMALA

Chuck Jeannes, presidente de la compañía Goldcorp, defendió las prácticas mineras de su compañía y del proyecto Marlin, en San Marcos, en la reunión general de accionistas celebrada ayer miércoles en Canadá, según el diario local Vancouver Sun.
Según Jeannes, la empresa aplica los mismos estándares ambientales y de respeto de derechos humanos aplicados en Canadá y Estados Unidos.
En su intervención, el ejecutivo aseguró que las disputas sobre la tenencia de la tierra y el impacto ambiental de la mina caldean los ánimos en medio de las diferencias de visión entre aquellos que sienten que la minería no debería ser una parte importante del desarrollo económico y aquellos, como Goldcorp, que si lo creen.
Rechazó las acusaciones hechas por activistas en Vancouver en la reunión anual de accionistas que señalan que la mina ha causado problemas de salud a la población cercana a las instalaciones.
"No nos apoyamos en las pruebas del Gobierno de Guatemala para llegar a nuestras conclusiones de que nuestras actividades en la mina no liberan sustancia dañina alguna. Nos apoyamos en nuestros propias pruebas. Eso es algo que hacemos todos los días como parte de nuestro monitoreo constante de nuestras actividades. Es lo mismo que hacemos en Canadá, los Estados Unidos y en cualquier lugar donde operamos minas", dijo.
La mina en San Miguel Ixtahuacán fue el centro de atención en la reunión, pese a su reporte de ganancias positivo sobre sus operaciones en el país.
El tema de Marlin fue abordado por uno de los accionistas, quien promovió un llamado a la compañía para que detenga cualquier adquisición de tierra y proyectos de expansión en la mina guatemalteca y a suspender las operaciones de acuerdo con una recomendación hecha por la Comisión Interamericana de Derechos Humanos, la cual no es legalmente vinculante.
Algunos pobladores han manifestado en varias ocasiones que las fuentes de agua subterránea están siendo afectadas por la mina y su programa de compra de tierra que data desde hace diez años, el cual ha afectado las tierras comunales del municipio.
El Ejecutivo asegura que los niveles de sustancias en el agua de la región no han cambiado desde que la mina empezó a operar.
Prensa Libre 19/05/2011

venerdì 20 maggio 2011

455 - UN GRUPPO DI NARCOTRAFFICANTI MASSACRA 27 LAVORATORI IN UNA FINCA DEL PETÉN

Nel municipio de La Libertad, dipartimento del Petén, nel nord del Guatemala, 27 corpi sono stati ritrovati nella finca Los Cocos il 15 maggio, quasi tutti decapitati. Secondo le autorità, il massacro è stato commesso dal gruppo Zeta 200, ramificazione della banda messicana Los Zetas. Il bersaglio sarebbe il padrone della finca, Otto Salguero, probabilmente coinvolto nel narcotraffico.
La Polizia Nazionale Civile ha concluso che il gruppo, circa 40 uomini, è arrivato sul posto con 12 veicoli agricoli e ha riunito i lavoratori nella casa del latifondista. Hanno chiesto loro dove fosse Otto Salguero, e non ricevendo una risposta, hanno iniziato il massacro. Dopo avere commesso i delitti, la banda ha scritto, con il sangue delle vittime, la seguente frase "Otto Salguero, ti trovo e ti lascio così come loro”.
I 25 uomini e le due donne assassinate erano lavoratori giornalieri, oriundi del dipartimento di Izabal, e stavano nella tenuta da circa quattro mesi. Secondo le investigazioni, non erano coinvolti con il narcotraffico. I corpi sono stati portati all'obitorio del Petén affinché si realizzi l'autopsia.
Il delitto è stato scoperto da vicini dei paraggi che si sono diretti alla finca. Dovuto a ciò, il caso si è diffuso nella stampa mondiale come "Il macabro ritrovamento del Guatemala."
Il ministro dell’interno, Carlos Menocal, conferma il coinvolgimento della banda messicana. "È un massacro ignobile e può essere attribuito alle Zetas, perché questi hanno lasciato scritte dappertutto" ha affermato.
Menocal ha dichiarato sito web Prensa Libre che il gruppo Zeta 200 sta cercando Otto Salguero armato con fucili. Essi assassinarono anche, la settimana scorsa, tre parenti del latifondista. Inoltre, sono accusati della morte del presunto narcotrafficante Haroldo León, il giorno 14. Era fratello del famoso trafficante guatemalteco Juan Juancho León, assassinato nel 2008.
Il Ministro ha spiegato che delinquenti si nascondono nella selva dal Guatemala, ciò che rende "umanamente impossibile" la ricerca delle forze di sicurezza.
Secondo il portavoce dell'Esercito del Guatemala, Rony Urízar, decine di militari sono stati inviati alla frontiera col Messico, a 100 chilometri della tenuta dove è avvenuto il delitto, per evitare che la banda fugga nel paese vicino.
Il dipartimento del Petén è stato utilizzato, vari anni fa, come rotta per inviare la droga che arriva dall'America del Sud in direzione del Messico, da dove seguirà verso gli Stati Uniti, considerato il paese che più consuma droghe. Per assicurare la rotta, la banda Los Zetas si sarebbe stabilita in varie regioni del Guatemala.
Nel tentativo di rompere il controllo esercitato dai narcotrafficanti, il presidente del Guatemala, Álvaro Colom, ha stabilito lo stato di assedio in Alto Verapaz, dipartimento del nord, nel dicembre dell'anno scorso. Da allora, le autorità avrebbero catturato 18 membri del gruppo Los Zetas.
L’ONU chiede protezione dei diritti umani
L'Ufficio dell'Alto Commissario  delle Nazioni Unite per i Diritti umani in Guatemala ha condannato ieri, per mezzo di un comunicato, il massacro successo in La Libertad. L'organismo ha sottolineato che nel novembre 2010 aveva constatato già la situazione di insicurezza nella quale vivono le comunità contadine. Tra i fattori che concorrono a questo, l'Ufficio cita il narcotraffico, la concentrazione di terre nelle mani dei latifondisti, l’allevamento illegale, e le minacce di essere espulsi delle terre che occupano.
Il comunicato ricorda inoltre che lo Stato, ratificando i trattati sui diritti umani, ha assunto il dovere di protezione, cosa che include la prevenzione degli atti di violenza, sia investigare, processare e sanzionare i responsabili dei delitti.
Con informazioni di TeleSur, Prensa Libre, e Prensa Latina
Adital,16.05.11

454 - GRUPO DE NARCOTRAFICANTES MASACRA 27 TRABAJADORES EN HACIENDA DE PETÉN

En el municipio de La Libertad, departamento de Petén, norte de Guatemala, 27 cuerpos fueron encontrados en la hacienda Los Cocos, ayer (15), casi todos decapitados. Según las autoridades, la masacre fue cometida por el grupo Zeta 200, ramificación de la banda mexicana Los Zetas. El blanco sería el dueño de la hacienda, Otto Salguero, supuestamente involucrado con el narcotráfico.
La Policía Nacional Civil concluyó que el grupo, con cerca de 40 hombres, llegó al lugar en 12 vehículos agrícolas y reunió a los trabajadores en la casa del hacendado. Les preguntaron sobre el paradero de Otto Salguero, y al no recibir una respuesta, iniciaron la masacre. Después de cometer los delitos, la banda escribió, con la sangre de las víctimas, la siguiente frase "Que ondas, Otto Salguero, te voy a encontrar y así te voy a dejar a ti”.
Los 25 hombres y las dos mujeres asesinadas eran trabajadores por día, oriundos del departamento de Izabal, y estaban en la hacienda hace cerca de cuatro meses. De acuerdo con las investigaciones, no tenían involucramiento con el narcotráfico. Los cuerpos fueron llevados a la morgue de Petén para que se realice la autopsia.
El delito fue descubierto por vecinos de los alrededores, que se dirigieron a la hacienda. Debido a esto, el caso se difundió en la prensa mundial como "El hallazgo macabro de Guatemala”.
El ministro de gobierno, Carlos Menocal, confirma el involucramiento de la banda mexicana. "Es una masacre deleznable y se les puede atribuir a los Zetas, pues éstos dejaron rótulos por todos lados”, reveló.
Menocal declaró al sitio web Prensa Libre que el grupo Zeta 200 está buscando a Otto Salguero armado con fusiles. Ellos también asesinaron, la semana pasada, a tres familiares del hacendado. Además, se les acusa por la muerte del supuesto narcotraficante Haroldo León, el último día 14. Era hermano del famoso traficante guatemalteco Juan Juancho León, asesinado en 2008.
El Ministro detalló que los delincuentes se esconden en la selva de Guatemala, lo que hace "humanamente imposible” la persecución por las fuerzas de seguridad.
Según el portavoz del Ejército de Guatemala, Rony Urízar, decenas de militares fueron enviados a la frontera con México, cerca de 100 kilómetros de la hacienda donde ocurrió el delito, para evitar que la banda huya al país vecino.
El departamento de Petén es utilizado, hace varios años, como ruta para enviar la droga que llega desde América del Sur en dirección a México, desde donde seguirá hacia Estados Unidos, considerado el país que más consume drogas. Para asegurar la ruta, la banda Los Zetas se habría establecido en varias regiones de Guatemala.
En el intento por romper el control ejercido por narcotraficantes, el presidente de Guatemala, Álvaro Colom, estableció el estado de sitio en Alta Verapaz, departamento del norte, en diciembre del año pasado. Desde entonces, las autoridades habrían capturado a 18 miembros del grupo Los Zetas.
ONU pide protección de los derechos humanos
La Oficina del Alto Comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos en Guatemala rechazó, ayer, por medio de un comunicado, la masacre ocurrida en La Libertad. El organismo resaltó que en noviembre de 2010 ya había constatado la situación de inseguridad en la que viven las comunidades campesinas. Entre los factores que concurren para que esto se produzca, la Oficina cita al narcotráfico, la concentración de tierras en manos de latifundistas, la pecuaria ilegal y las amenazas de ser expulsados de las tierras que ocupan.
El comunicado recuerda además que el Estado, al ratificar tratados de derechos humanos, asumió un deber de protección, lo que incluye prevenir actos de violencia, así como investigar, procesar y sancionar a los responsables de los delitos.
Con informaciones de TeleSur, Prensa Libre y Prensa Latina
Adital,16/05/2011

453 - IL 49% DEI BAMBINI MINORI DI CINQUE ANNI SOFFRONO DI DENUTRIZIONE CRONICA

Benché i bambini e gli adolescenti rappresentino il 55% della popolazione guatemalteca, non ricevono l’assistenza che meritano. Secondo i dati del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef), il 49% dei bambini minori di cinque anni soffre di denutrizione cronica in Guatemala. Questo è il peggiore indice dell'America Latina.
Anche l'Unione Europea e l'Indice Globale delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (Tic) segnalano il paese al primo posto per la denutrizione infantile nella regione, e al quinto posto a livello mondiale. Il rappresentante dell'Unione Europea in Guatemala, Rafael Señán, ha dichiarato che ci sono dipartimenti nei quali l’80% dei bambini è malnutrito.
Il giorno 19, il presidente Álvaro Colom ha decretato una allarme nazionale a causa della crescita dell'indice di denutrizione infantile – 15.000 bambini hanno bisogno di aiuto alimentare urgente, secondo le indagini della Segreteria per la Sicurezza Alternativa e Nutrizionale del paese.
Il governo del Guatemala sostiene che ciò è il risultato della perdita dei raccolti causati dal cambiamento climatico, che genera piogge intense, oppure siccità. La popolazione guatemalteca, di circa 14 milioni di abitanti, è maggiormente costituita da indigeni contadini che hanno come attività principale l'agricoltura di sussistenza.
Perfino con la gravità della situazione, un carico di 40.000 tonnellate di alimenti donati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, nel novembre dell'anno scorso, è sparita, e ciò ha messo il governo di Colom in una situazione abbastanza sfavorevole, per le elezioni presidenziali che si realizzeranno in settembre.
In un articolo pubblicato recentemente in Prensa Libre, il coordinatore dell'Osservatorio per il Diritto all'Alimentazione, Luis Enrique Monterroso, citando la relazione “Stato Mondiale dell'Infanzia 2010", dell'Unicef, informa che il Guatemala sta peggio che l’Africa nella questione nutrizione, occupando il terzo posto mondiale, dietro solo ad Afghanistan e Yemen.
"La denutrizione cronica è il secondo maggiore problema di questo paese, dietro alla violenza e al narcotraffico. La fame ammazza più che le pallottole, ma silenziosamente", ha detto.
Monterroso sottolinea la mancanza di volontà politica dei gestori come la principale causa dell'indice allarmante di denutrizione infantile, come la disuguaglianza delle opportunità e la discriminazione per sesso, razza o posizione politica.
Per lui, c’è stato un avanzamento con la promulgazione della Legge del Sistema Nazionale di Sicurezza Alimentaria Nutrizionale (Sinasan), in 2005. Tuttavia, la norma viene resa operativa. "Questo avanzamento normativo esponeva scenari di coordinazione e partecipazione interistituzionale che non funzionano ancora dopo sei anni dall’entrata in vigore come dovrebbero", sottolinea.
Inoltre, il coordinatore sottolinea la mancanza di continuità delle politiche pubbliche che cambiano di gestione ogni quattro anni, e, nel caso del Sinasan, la sua debilitazione da parte dello stesso governo, che propone programmi "paralleli", secondo Monterroso.
Ricordando la vicinanza delle elezioni nel paese, dispiace che il tema non sia una priorità nell'agenda dei candidati. Anche così, chiede ai partiti politici che mettano la questione nei loro obiettivi e rafforzino il Sinasan, con finalità progressive, trattando simultaneamente cause ed effetti, assicurando il finanziamento ai programmi ed assumendo tecnici, invece di politici, per eseguirli.
Con informazioni da Prensa Libre e TeleSur
Adital, 11/05/2011

452 - EL 49% DE LOS NIÑOS MENORES DE CINCO AÑOS TIENEN DESNUTRICIÓN CRÓNICA

Aunque los niños y los adolescentes representen el 55% de la población guatemalteca, no han recibido la atención merecida. Según datos del Fondo de las Naciones Unidas para la Infancia (Unicef), el 49% de los niños menores de cinco años padecen desnutrición crónica en Guatemala. Éste es el peor índice de América Latina.
También la Unión Europea (UE) y el Índice Global de las Tecnologías de la Información y de la Comunicación (TIC) señalan al país en el primer lugar en la desnutrición infantil en la región y el quinto lugar a nivel mundial. El representante de la Unión Europea en Guatemala, Rafael Señán, declaró que hay departamentos en los que el 80% de los niños están mal nutridos.
El último día 19, el presidente Álvaro Colom decretó alerta nacional debido al crecimiento del índice de desnutrición infantil –15 mil niños requieren ayuda alimentaria urgente, de acuerdo con investigaciones de la Secretaría de Seguridad Alternativa y Nutricional del país.
El gobierno de Guatemala argumenta que el hecho es resultado de la pérdida de cosechas ocasionadas por el cambio climático, que o bien genera lluvias intensas, o bien sequías. La población guatemalteca, de alrededor de 14 millones de habitantes, está mayoritariamente constituida por indígenas campesinos que tienen como actividad principal la agricultura de subsistencia.
Incluso con la gravedad de la situación, un cargamento de 40 mil toneladas de alimentos donados por la Organización de las Naciones Unidas (ONU) en noviembre del año pasado, desapareció, lo que puso al gobierno de Colom en una situación bastante desfavorable frente a las elecciones presidenciales que se realizarán en septiembre.
En un artículo publicado recientemente en Prensa Latina, el coordinador del Observatorio para el Derecho a la Alimentación, Luis Enrique Monterroso, citando el informe "Estado Mundial de la Infancia 2010”, de la Unicef, informa que Guatemala está peor que África en la cuestión nutrición, ocupando el tercer lugar mundial, atrás sólo de Afganistán y Yemen.
"La desnutrición crónica es el segundo mayor problema de este país, detrás de la violencia y el narcotráfico. El hambre mata más que las balas, pero silenciosamente”, dijo.
Monterroso destaca la falta de voluntad política de los gestores como la principal causa del índice alarmante de desnutrición infantil, así como la desigualdad de oportunidades y la discriminación de sexo, raza o posición política.
Para él, hubo un avance con la promulgación de la Ley del Sistema Nacional de Seguridad Alimentaria Nutricional (Sinasan), en 2005. Sin embargo, la norma no está siendo implementada. "Este avance normativo planteaba escenarios de coordinación y participación interinstitucional, que al cabo de seis años de vigencia aún no se ponen a funcionar como debieran”, resalta.
Además, el coordinador destaca la falta de continuidad de las políticas públicas, que cambian en cada gestión cada cuatro años, y, en el caso del Sinasan, su debilitamiento por parte del mismo gobierno, que ejecuta programas generando "paralelismo”, en la opinión de Monterroso.
Recordando la cercanía de las elecciones en el país, lamenta que el tema no sea una prioridad en la agenda de los candidatos. Aun así, pide a los partidos políticos que pongan la cuestión en sus pautas y fortalezcan el Sinasan, con metas progresivas, tratando causas y efectos simultáneamente, asegurando el financiamiento a los programas y contratando técnicos, en lugar de políticos, para ejecutarlos.
Con informaciones de Prensa Libre y TeleSur
Adital, 11.05.11 - Guatemala

domenica 15 maggio 2011

451 - OLTRE L’80% DELLE MORTI VIOLENTE SONO AVVENUTE CON ARMI DA FUOCO

L’85% delle morti violente registrate nel 2011, un totale di 1.135, è causato dall'uso di armi, ha detto il direttore del Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM), Mario Polanco, che ha sottolineato come chiunque può comprare queste armi in modo legale, senza che trovi particolari restrizioni.
Polanco ha reso noto che non è stato possibile applicare in maniera effettiva la Legge sulle Armi ed Approvvigionamenti, promossa nel 2009, poiché molti dei delinquenti operano con armi che sono state registrate in maniera legale; ugualmente qualunque persona con un permesso per trasportare armi può detenere fino a quattro armi.
Consideriamo che ciò consente che i delinquenti possano commettere delitti in maniera indiscriminata, ha detto Polanco, il quale ha anche segnalato la mancanza di indagini dei delitti, cosa che garantisce l'impunità.
L'attivista dei diritti umani ha aggiunto che è permessa l'entrata delle armi quando sono legali, in qualunque fabbricato pubblico, come supermercati, ristoranti o negozi, e ciò incrementa la sensazione di violenza che percepiscono i cittadini.
La Legge sulle Armi ed Approvvigionamenti, promossa nel 2009 ed il cui regolamento è stato  appena pubblicato nel giornale ufficiale, regola la detenzione, il porto, l’importazione, la fabbricazione e la commercializzazione delle armi nel paese, come la creazione di una banca dati balistici, tuttavia Polanco segnala che la legge è servita unicamente da "ornamento."
Secondo una relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PNUD) per l'America Centrale, relativo agli 2009 e 2010, nella regione circolano quasi tre milioni di armi e due di ogni tre sarebbero illegali.
Guatemala, Honduras ed El Salvador sarebbero i paesi con maggiore numero di armi, specialmente illegali, al contrario di quello che succede con Belize, Panama, Nicaragua e Costa Rica.
Il Riassunto Esecutivo della relazione su “Situazione dei diritti umani e fatti di violenza nel paese” del GAM, presentato da Polanco, riferisce che almeno 15 persone muoiono ogni giorno in maniera violenta in Guatemala, e ciò si può attribuire alla mancanza di coordinamento tra le autorità, specialmente del Ministero di Governo ed alla debolezza della Polizia Nazionale Civile, a causa dei trasferimenti.  
CERIGUA, 10/05/2011 

450 - MÁS DEL 80 % DE LAS MUERTES VIOLENTAS HAN SIDO POR ARMA DE FUEGO: GAM

El 85 por ciento de las muertes violentas registradas en el 2011, un total de 1 mil 135, se debió al uso de armas de fuego, manifestó el director del Grupo de Apoyo Mutuo (GAM), Mario Polanco, quien indicó que cualquier persona puede comprar estos artefactos de manera legal, sin que encuentre mayores restricciones.
Polanco manifestó que no ha sido posible aplicar de manera efectiva la Ley de Armas y Municiones, aprobada en 2009, ya que muchos de los delincuentes operan con armas que han sido registradas de manera legal; asimismo cualquier persona con un permiso para portar los artefactos puede tener hasta cuatro armas de fuego.
Consideramos que esto permite que los delincuentes puedan cometer delitos de manera indiscriminada, dijo Polanco, quien además señaló la falta de investigación de los delitos, con lo que se garantiza la impunidad.
El activista de derechos humanos agregó que está permitido el ingreso de armas cuando son legales, a cualquier establecimiento público, como supermercados, restaurantes o tiendas, lo que incrementa la sensación de violencia que perciben los ciudadanos.
La Ley de Armas y Municiones, aprobada en 2009 y cuyo reglamento recién fue publicado en el diario oficial, regula la tenencia, portación, importación, fabricación y comercialización de las armas en el país, así como la creación de un banco de datos balísticos, sin embargo Polanco señala que la ley únicamente ha servido de “adorno”.
De acuerdo con un informe del Programa de Naciones Unidas para el Desarrollo (PNUD) para América Central relativo al 2009 y 2010, en la región circulan casi tres millones de armas de fuego y dos de cada tres serían ilegales.
Guatemala, Honduras y El Salvador serían los países con mayor número de armas, especialmente ilegales, al contrario de lo que sucede con Belice, Panamá, Nicaragua y Costa Rica.
El Resumen Ejecutivo del informe sobre Situación de derechos humanos y hechos de violencia en el país, del GAM, presentado por Polanco, refiere que al menos 15 personas mueren de manera violenta diariamente en Guatemala, lo que atribuye a la falta de coordinación de las autoridades, especialmente del Ministerio de Gobernación y al debilitamiento de la Policía Nacional Civil (PNC) por transferencias
CERIGUA, 10/05/2011 

mercoledì 11 maggio 2011

449 - VESCOVO RAMAZZINI INVOCA LA PACE E LA GIUSTIZIA DAVANTI ALLA VIOLENZA GENERALIZZATA

Il Vescovo di San Marcos, Álvaro Ramazzini, manifestò che la situazione della popolazione di san Marcos è critica, caratterizzata dalla violenza generalizzata che colpisce maggiormente i settori popolari, nel suo messaggio diretto alla popolazione per la Settimana Santa.
Il religioso ha sottolineato come l’ambizione di denaro facile e l'idolatria dei beni materiali generano violenza, prevaricazione e morte, ma soprattutto allontanano l'uomo dagli altri e lo rendono infelice.
Ramazzini ha segnalato il narcotraffico come una delle attività che generano una violenza irrazionale nel paese, con sicari che sorpassano i limiti della morale e le cui azioni hanno gravi ripercussioni in molte famiglie. Per l'ambizione del denaro facile sono stati commessi atti di corruzione che sono evidenti a tutti, dei quali molti sono testimoni; tuttavia, siamo indifferenti davanti agli abusi di potere, attendendo che la giustizia agisca, ma questa non arriva o è troppo lenta, ha detto.
Il Vescovo si è riferito anche al periodo elettorale; la campagna è iniziata senza che sia stata aperta ufficialmente, e ciò evidenzia la debolezza della democrazia formale, dove le leggi sono violate capricciosamente, ha detto.
Il rappresentante ecclesiastico ha richiamato la gioventù a partecipare alla costruzione di un paese differente, ed i cristiani a seguire l'esempio di Gesù, che ha caricato sulle sue spalle i dolori e  le sofferenze dell'umanità, affinché i fedeli guatemaltechi si assumano la responsabilità di cambiare il futuro del paese, con pace e giustizia.
Cerigua, 27/04/2011

448 - OBISPO RAMAZZINI ABOGA POR LA PAZ Y LA JUSTICIA ANTE VIOLENCIA GENERALIZADA

El Obispo de San Marcos, Álvaro Ramazzini, manifestó que la situación de la población marquense es crítica, caracterizada por la violencia generalizada, que impacta mayormente a los sectores populares, en su mensaje dirigido a la población, durante Semana Santa.
El religioso hizo énfasis en que la ambición de dinero fácil y la idolatría por los bienes materiales genera violencia, prevaricación y muerte, pero sobre todo aleja al hombre de los demás y lo hace infeliz.
Ramazzini señaló al narcotráfico como una de las actividades que generan una violencia irracional en el país, con sicarios que sobrepasan los límites de la moral y cuyas acciones tienen una grave repercusión en muchas familias.
Por la ambición del dinero fácil se han cometido hechos de corrupción que están a la vista de todos, de los cuales muchos son testigos; sin embargo, somos indiferentes ante los abusos de poder, en espera de que la justicia actúe, pero esta nunca llega o es demasiado lenta, dijo.
El Obispo también se refirió al período eleccionario; la campaña inició sin que haya sido declarada oficialmente, lo que evidencia la debilidad de la democracia formal, donde las leyes se vulneran antojadizamente, indicó.
El representante eclesiástico llamó a la juventud a participar en la construcción de un país diferente, y a las y los cristianos a seguir el ejemplo de Jesús, quien cargó en sus espaldas los dolores y sufrimientos de la humanidad, a fin de que los fieles guatemaltecos asuman el papel para cambiar el futuro del país, con paz y justicia.
Cerigua, 27/04/2011

martedì 10 maggio 2011

447 - COMUNICATO CONSEJO DE JUVENTUDES MAYA

ENEL si é presentata al dialogo con le comunità di Cotzal, previsto per oggi, sabato 7 maggio 2011, con il suo testimone d’onore, Gustavo Porras, che è totalmente a favore della società ENEL e con la ong CEDER che appoggia e da assistenza tecnica all’ENEL nell’area Ixil.
Le comunità di Cotzal sono state accompagnate da due dei loro testimoni d’onore, il rev. Vitalino Similox e mons. Alvaro Ramazzini, per mezzo di un suo rappresentante.
In un primo momento ENEL non voleva accettare che tutte le comunità di Cotzal affermassero di essere parte in causa del dialogo nel negoziato, perché secondo l’ENEL solo tre comunità non erano d’accordo con l’operato della Società nella regione. Inoltre ENEL non voleva riconoscere il fatto che le Autorità Ancestrali Ixiles siano le legittime rappresentanti delle loro comunità.
A questo punto le persone che rappresentavano le comunità hanno spiegato che la loro partecipazione non era a titolo personale, dato che ognuno di loro aveva la sua “vara” (bacchetta con decorazioni colorate che è simbolo del potere delle Autorità Maya - N.d.T.), le sue credenziali e la sua nomina come rappresentante della sua comunità: di fronte a questi fatti evidenti, l’ENEL alla fine ha accettato di riconoscere le Autorità Ancestrali come legittime rappresentanti delle comunità maya ixil di Cotzal.
Le indicazioni che si sono concordate e sottoscritte oggi rappresentano una base a partire dalla quale si riprenderà il dialogo domenica 15 maggio.
E’ importante ricordare che l’accordo base che si è riusciti a firmare oggi è un accordo tra la Società ENEL e le comunità maya di Cotzal, senza la presenza dello Stato del Guatemala, dato che lo Stato sta completamente dalla parte della Società.
E’ molto importante il fatto che in questo accordo di base, l’ENEL accetti di rispettare la Convenzione 169 dell’ILO, si impegni a riconoscere e a rispettare le Autorità ancestrali come rappresentanti legittime e riconosca i diritti che lo Stato del Guatemala e la Convenzione 169 concedono alle comunità indigene sui territori che tradizionalmente hanno occupato ed utilizzato: questi diritti riguardano la proprietà pubblica, la proprietà privata e proprietà comunitaria. Questo significa per esempio che se in una proprietà privata esiste un centro cerimoniale le comunità hanno il diritto di entrarvi per celebrare le loro cerimonie maya: esiste un progetto di legge su questo argomento nel Parlamento, ma in ogni caso questa questione è prevista dagli Accordi di Pace firmati nel 1996.
L’accordo firmato oggi rappresenta un primo passo positivo verso un dialogo in buona fede, così come prevede la Convenzione 169 dell’ILO, però deve essere rispettato e per questo le comunità ixil continuano a richiedere che osservatori nazionali e internazionali possano essere presenti nella regione per accompagnare la popolazione maya, conoscere da vicino la situazione e poter comprendere meglio le richieste che si stanno avanzando all’ENEL.
A differenza di quanto l’ENEL possa aver finora compreso, non sono solo richieste economiche ma si basano sul concetto del “buen vivir”, che rappresenta un concetto veramente innovatore comune a tutti i popoli nativi d’America, un concetto sconosciuto per molte persone.
Consejo de Juventudes Maya, Garifuna y Xinca de Guatemala

446 - COMUNICADO CONSEJO MAYA

ENEL se ha presentado al dialogo con su testigo de honor Gustavo Porras, que está totalmente de lado de la empresa, y con su asesor, la ONG CEDER que apoya ENEL en el área ixil.
Las comunidades de Cotzal contaban con la presencia de dos de sus testigos de honor, el rev. Vitalino Similox y mons. Alvaro Ramazzini, por medio de un su representante.
En un primer momento ENEL no aceptó que todas las comunidades de Cotzal afirmaran que eran parte del dialogo y de la negociación porque en opinión de ENEL solamente 3 comunidades no se encontraban conformes y querían dialogar con ENEL. Además no aceptaba reconocer las Autoridades Ancestrales Ixiles como legítimas representantes de sus comunidades.
Sin embargo, las y los representantes de las comunidades les hicieron ver que todas las comunidades estaban presentes por medio de sus Autoridades , y que cada uno de los asistentes llevaba su vara, sus credenciales y su mandato como representante de la comunidad misma, por lo cual, frente a esta evidencia, la ENEL aceptó reconocer las Autoridades Ancestrales como legítimas representantes de sus comunidades.
Los lineamientos base que se acordaron y se suscribieron el día de hoy representan el acuerdo marco a partir del cual se anudará la mesa de diálogo el día domingo 15 de mayo.
Es importante mencionar que el acuerdo base que se ha logrado firmar hoy es un acuerdo entre la empresa y las comunidades maya de Cotzal, sin la presencia del Estado puesto que el Estado está totalmente del lado de la empresa.
Es muy importante el hecho que con la firma de este acuerdo base, la ENEL acepte respetar el convenio 169 de la OIT y se comprometa a reconocer y respetar las autoridades ancestrales como representantes legítimas de sus comunidades, así como a reconocer los derechos que el Estado de Guatemala y el convenio 169 otorgan a las comunidades indígenas sobre los territorios que tradicionalmente han ocupado y utilizado en forma de propiedad pública, privada y comunitaria. Esto significa por ejemplo que si en una propiedad privada existe un centro ceremonial, las comunidades tienen el derecho de entrar para celebrar sus ceremonias maya: existe un proyecto de ley sobre este tema en el Congreso pero de toda forma este tema está tomado en cuenta por los Acuerdos de Paz firmados en el 1996.
El acuerdo firmado hoy representa un primer paso positivo hacia un dialogo de buena fe, así como está previsto por el Convenio 169 de la OIT, pero el acuerdo tiene que ser respetado y por esta razón las comunidades ixiles siguen solicitando que observadores nacionales e internacionales puedan estar presentes en la región para acompañar al pueblo maya, conocer de cerca la situación y poder comprender mejor las solicitudes que se están haciendo a la ENEL.
A diferencia de cuanto la ENEL pueda haber comprendido hasta ahora, estas no son solo solicitudes económicas porque se fundamentan en el concepto del “buen vivir” que es un concepto verdaderamente innovador, común a todos los pueblos nativos de América, un concepto desconocido a muchas personas.
Consejo de Juventudes Maya, Garifuna y Xinca de Guatemala, 7 de mayo de 2011

martedì 3 maggio 2011

445 - MONSIGNOR RAMAZZINI E LA CAMPAGNA LICENCIAS MINERAS EN SAN MARCOS

video COPAE
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Sai che cosa significa avere una miniera a cielo aperto nel proprio territorio? 
Forse non lo sai, ma  lo sfruttamento minerario distrugge l’ecosistema. Con le miniere a cielo aperto si corre il gravissimo rischio di distruggere e contaminare le sorgenti d’acqua, e contribuire al loro esaurimento e per questo alla scarsità di questa risorsa vitale.
In Guatemala esistono 117 licenze di esplorazione per miniere di metalli preziosi, autorizzato dal governo della repubblica.
14 licenze di esplorazione mineraria sono state approvate per il dipartimento di san Marcos, questo significa che dei 29 municipi del dipartimento, 10 saranno interessati.
Le consultazioni comunitarie costituiscono una forma ancestrale nella popolazione indigena per prendere le decisioni. Dieci consulte comunitarie sono state realizzate nel dipartimento  di san Marcos per conoscere le decisioni delle comunità.
i risultati di queste consulte hanno dimostrato un deciso rifiuto alle attività minerarie nel dipartimento di san Marcos.
Di “NO” allo sfruttamento di minerali e metalli preziosi nel nostro territorio di san Marcos.
Monsignor Alvaro Ramazzini, Vescovo di San Marcos

domenica 1 maggio 2011

444 - MOVIMENTO DEI GIOVANI MAYA DIFENDE LA COMUNITA' IXIL

In un comunicato reso pubblico martedì 26 aprile, il Movimento dei Giovani Maya (Mojomayas) mette in guardia la comunità nazionale ed internazionale sugli sgombri contro la comunità Maya Ixil di San Juan Cotzal, nel dipartimento del Quiché. Gli indigeni difendono le loro terre nei confronti della idroelettrica Palo Viejo dell'Impresa Energia Pulita (Enel) italiana.
Secondo il movimento, la comunità Maya Ixil è "sopravvissuta alla politica di massacri, terra bruciata e genocidio dello Stato guatemalteco durante il conflitto armato interno negli anni ottanta". Ma anche oggi, lo Stato del Guatemala "continua a violando i loro diritti come popoli indigeni, avendo venduto i beni naturali dei territori ancestrali senza informare né consultare gli indigeni, come stabilisce l'Accordo 169 dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli Indigeni."
Durante le riunioni nelle comunità, l'Enel ha indicato che aveva soddisfatto alcune richiesta delle Comunità; ma in una riunione posteriore, il Governo si è dedicato "solo a difendere l'impresa e questa ha negato ogni risposta alle domande delle Comunità e delle loro Autorità Ancestrali, di fronte a ciò si è fermato il dialogo che era incominciato", ha sostenuto il Movimento nel Comunicato.
Benché gli indigeni resistessero pacificamente e cercavano di negoziare, il giorno 18 marzo "cinquecento poliziotti e soldati con berretti passamontagna, appoggiati da tre elicotteri, sorvolarono per più di due ore i tre Municipi della Regione Ixil, sono arrivati alla Comunità di San Felipe Chenla, hanno distrutto la postazione di controllo del passaggio dei veicoli che avevano costruito le Comunità e, elenco alla mano, hanno incominciato a cercare le Autorità Ancestrali per catturarle e detenerle."
A partire da questa data, la coazione e l'abuso di potere sono aumentati. Nei prossimi giorni, il Governo del Guatemala, per mezzo del Ministero Pubblico, con la partecipazione delle forze armate, ha programmato lo sgombro di centinaia di persone che stanno manifestando in forma permanente.
In questo modo, il Movimento dei Giovani Maya responsabilizza al Governo e l'Enel di qualunque atto di violazione contro la vita dei Maya Ixiles e rivolge un appello a tutta la comunità nazionale ed internazionale affinché appoggino la loro lotta. Il Comunicato è firmato anche dal Coordinamento Nazionale delle Vedove del Guatemala (Conavigua).
Adital, 27/04/2011

443 - MOVIMIENTO DE JÓVENES MAYAS DIFUNDEN NOTA EN DEFENSA DE LA COMUNIDAD IXIL

En un comunicado difundido este martes (26), el Movimiento de Jóvenes Mayas (Mojomayas) alerta a la comunidad nacional e internacional sobre los desalojos en contra de la comunidad Maya Ixil de San Juan Cotzal, en el departamento de Quiché. Los indígenas defienden sus tierras ante la hidroeléctrica Palo Viejo de la Empresa Energía Limpia (Enel) de Italia.
Según el movimiento, la comunidad Maya Ixil es "sobreviviente de la política de masacres, tierra arrasada y genocidio del Estado guatemalteco durante el conflicto armado interno en los años ochenta”. Pero inclusive hoy, el Estado de Guatemala "sigue violentando sus derechos como pueblos indígenas al haber vendido los bienes naturales de los territorios ancestrales sin informar ni consultar, como lo estipula el Convenio 169 de la OIT (Organización Internacional del Trabajo) y la Declaración de las Naciones Unidas sobre los derechos de los Pueblos Indígenas”.
En reuniones en las comunidades, la Enel indicó que había atendido a algunas demandas de las Comunidades; pero en una reunión posterior, el Gobierno "sólo se dedicó a defender a la empresa y ésta negó toda respuesta a las demandas de las Comunidades y sus Autoridades Ancestrales, ante lo cual se cerró el dialogo que se había iniciado”, dijo el Movimiento en el Comunicado.
Aunque los indígenas resistían pacíficamente e intentaban negociar, el día 18 de marzo "500 policías y soldados con gorras pasamontañas apoyados con 3 helicópteros, sobrevolaron por más de 2 horas los tres Municipios de la Región Ixil, llegaron a la Comunidad de San Felipe Chenla, destruyeron el control del paso de los vehículos que construyeron las Comunidades y, lista en mano, empezaron a buscar a las Autoridades Ancestrales para capturarlos y llevarlos detenidos”.
A partir de esta fecha, la coacción y el abuso de poder se han incrementado. En los próximos días, el Gobierno de Guatemala, por medio del Ministerio Público, a través de las fuerzas armadas, tiene programado el desalojo de cientos de personas que se mantienen en manifestación permanente.
De este modo, el Movimiento de Jóvenes Mayas responsabiliza al Gobierno y a la Enel de cualquier acto de violación en contra de la vida de los Mayas Ixiles y hace un llamado a toda la comunidad nacional e internacional para que apoyen su lucha. El Comunicado también está firmado por la Coordinadora Nacional de Viudas de Guatemala (Conavigua).
Adital, 27/04/2011