Benvenuti nel blog “Orizzonte Guatemala”! Siamo un gruppo di amici del Guatemala e con questo strumento di comunicazione e condivisione vogliamo contribuire a fare conoscere l’attualità di questo bellissimo paese, al quale ci legano vincoli di amicizia e di solidarietà con tanti amici guatemaltechi.


mercoledì 30 maggio 2012

612 - RELAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL SOTTOLINEA L’ONDATA DI VIOLENZA NEL PAESE

La relazione annuale di Amnesty International sullo stato dei diritti umani nel mondo pubblicato mercoledì a Londra, riporta progressi in materia di giustizia, ma sottolinea l'ondata di violenza e violazioni contro gli indigeni in Guatemala.
Il documento sottolinea che nel 2011 sono rimasti "gli elevati livelli di violenza con un alto numero di omicidi" – 5.861 -, molti di essi con torture e vari attribuiti al narcotraffico, compresi i 27 decapitati in Petén.
Il documento mette in evidenza che continua la violazione dei diritti dei popoli indigeni nel contesto di conflitti per le terre e per progetti di sviluppo, senza consultare gli abitanti delle aree.
Amnesty International ricorda la segnalazione del Relatore delle Nazioni Unite per i Popoli Indigeni sull'instabilità e sui conflitti sociali per attività di imprese minerarie in terre comunali, come gli sgombri violenti nella Valle del Polochic (Alta Verapaz), con la morte di un contadino ed altri due feriti.
Inoltre, segnala che alla fine dell’anno scorso l'accesso alla casa, all’acqua non inquinata, al cibo e ai servizi sanitari, erano diritti ancora limitati per gli indigeni.
La relazione segnala un'altra limitazione, la Legge contro il Femminicidio ed altre Forme di Violenza contro le Donne "sembrava avere avuto un scarso impatto nella riduzione della violenza contro le donne e nella resa di conti dei responsabili."
Circa i difensori di diritti umani, Amnesty International registra 402 casi in quel settore, tra minacce, violenze ed attacchi.
Sottolinea le morti degli attivisti Catalina Mucú Maas, Alberto Coc Cal e Sebastián Xuc Coc, le minacce contro dirigenti della Fondazione di Antropologia Forense e la morte del sindacalista Byron Arreaga.
Tra le cose positive che riferisce Amnesty International, vi è l'avanzamento nei giudizi per violazioni di diritti umani commessi durante il conflitto armato, come le condanne per il massacro di Dos Erres, avvenuto nel 1982.
Centro di Studi del Guatemala, 23-28 maggio 2012

611 - INFORME DE AMNISTÍA INTERNACIONAL SUBRAYA OLA DE VIOLENCIA EN EL PAÍS

El informe anual de Amnistía Internacional (AI) sobre el estado de los derechos humanos en el mundo, entregado este miércoles en Londres, Inglaterra, registra avances en materia de justicia, pero subraya la ola de violencia y violaciones contra los indígenas, en Guatemala.
El documento indica que durante el 2011 persistieron “los elevados niveles de violencia con un alto número de homicidios” —cinco mil 861—, muchos de ellos con tortura y varios atribuidos al narcotráfico, incluidos los 27 decapitados en Petén.
El documento pone en evidencia que continúa la violación de los derechos de los pueblos indígenas en el contexto de conflictos sobre tierras y proyectos de desarrollo, sin consultar a los habitantes de las áreas.
AI recuerda el señalamiento del Relator de las Naciones Unidas para los Pueblos Indígenas sobre la inestabilidad y conflicto social por actividades de empresas mineras en tierras comunales, así como los desalojos violentos en el Valle del Polochic, Alta Verapaz, con la muerte de un campesino y otros dos heridos.
Además, señala que a finales del año pasado el acceso a vivienda, agua no contaminada, comida y salud, eran derechos aún limitados para los indígenas.
Otro estancamiento que señala el informe es que la Ley contra el Femicidio y otras Formas de Violencia contra la Mujer “parecía haber tenido un escaso impacto en la reducción de la violencia contra las féminas y en la rendición de cuentas de los responsables”.
Acerca de los defensores de derechos humanos, AI registra 402 incidentes contra ese sector, entre amenazas, hostigamiento y ataques.
Destaca los decesos de los activistas Catalina Mucú Maas, Alberto Coc Cal y Sebastián Xuc Coc, las amenazas contra directivos de la Fundación de Antropología Forense y la muerte del sindicalista Byron Arreaga.
Entre las cosas positivas que refiere AI, está el avance en los juicios por violaciones de derechos humanos cometidos durante el conflicto armado, como las condenas por la masacre en Dos Erres, ocurrida en 1982.
Centro de  Estudios de Guatemala 23-28 de mayo 2012

domenica 20 maggio 2012

610 - GLI INDIGENI DEVONO ESSERE ASCOLTATi

Álvaro Ramazzini è stato responsabile per 23 anni della Diocesi di San Marcos,e il 14 maggio scorso il Vaticano ha annunciato la sua designazione come vescovo di Huehuetenango. In questa intervista parla delle sfide che lo aspettano nel nuovo incarico.
A che cosa obbedisce il suo trasferimento a Huehuetenango?
E’ stata una decisione del papa Benedetto XVI, e la compio per il giuramento di obbedienza. Ho dovuto viaggiare a Roma affinché mi informassero di questo cambiamento. Questo dopo essere stato 23 anni a San Marcos.
Personalmente, le dispiace il trasferimento?
Sì, perché ancora avevo alcuni sogni da realizzare in San Marcos, soprattutto per il possesso della terra, l'accompagnamento dei giovani sacerdoti nella chiesa dei villaggi e il procedimento di chiusura della miniera Marlin. Nel caso del settore minerario continuerò ad appoggiarlo, perché è un problema nazionale.
Quali sono stati i risultati durante i 23 anni in San Marcos?
Considero che sono stati 23 anni di evangelizzazione, formazione integrale, programmi di sviluppo integrale e un piano di conversione verso la gioventù, ma che alla fine, la Diocesi di San Marcos si è distinta sul tema della problematica agraria e dei migranti.
Come vede San Marcos e Huehuetenango, in relazione con i problemi che affrontano?
Sono molto simili, continuo a sostenere che i contadini e gli indigeni devono essere ascoltati, e che io li appoggerò. Nel tema religioso, tenterò di animare i sacerdoti e sostenere il loro lavoro, dato che Huehuetenango ha 30 parrocchie e solo 22 sacerdoti, e credo che sarà la prima sfida.
Che cosa pensa del conflitto in Santa Cruz de Barrillas?
Tenterò di conoscere meglio nei prossimi mesi, per lavorare congiuntamente, ma credo che sia necessario rafforzare il dialogo. Considero che il problema di Barrillas è un problema che si sarebbe potuto risolvere con il dialogo, ma si è aspettato fino a quando c’è stato l'assassinio di un leader. Nel caso dello stato di assedio, il Governo l'avrebbe dichiarato in ultima istanza, perché ha generato  solamente rischi e pressioni, e questo non aiuta a rafforzare la democrazia nelle comunità.
Quale è la sua sfida personale?
La mia sfida è stata sempre San Marcos; tuttavia, dopo questa decisione tenterò di lottare e continuerò a rafforzarmi come missionario per convertire gli abitanti sia dal punto di vista spirituale che in quello sociale, perché considero che i due aspetti sono legati.
Quale è stata la sua esperienza nel tema del settore minerario in San Marcos?
Ritengo che il tema del settore minerario non rappresenta sviluppo economico né sociale. È un problema grave. Due settimane fa ho presentato un studio per la chiusura della miniera Marlin, e benché ancora abbia dubbi sulla chiusura, continueremo con le analisi e porteremo lo studio negli Stati Uniti. L'installazione di questi industrie la considero incostituzionale, perché non è rispettato l'accordo 169 né la voce del popolo.
Come affronterà il conflitto per la centrale idroelettrica in Huehuetenango?
Bisognerebbe fare un studio, ma considero che ciò è una responsabilità del Ministero dell’Ambiente. Bisogna vedere l'impatto ambientale, poiché in questi casi non si fa mai uno studio approfondito, non esiste informazione concreta e ciò alla fine genera confusione nella società.
Quale è il suo messaggio per la popolazione dei due dipartimenti?
Dire alle comunità di Huehuetenango che il mio unico desiderio è servire, e che cresca il ruolo del Vangelo, ma appoggerò anche il dipartimento perché cresca in armonia, e li servirò come si meritano, per sradicare le problematiche delle comunità. Alla comunità di San Marcos, dico che  vado via molto triste e mi dispiace molto, ma che devo obbedire al mandato che mi è stato assegnato; tuttavia, lotterò per loro affinché facciano valere i loro diritti.
Prensa Libre 19/05/2012

609 - INDIGENAS DEBEN SER ESCUCHADOS

Álvaro Ramazzini dirigió durante 23 años la Diócesis de San Marcos, y el 14 de mayo último el Vaticano anunció su designación como obispo de Huehuetenango. En esta entrevista habla sobre los retos que le esperan en el nuevo cargo.
¿A qué obedece su traslado a Huehuetenango?
Fue una decisión del papa Benedicto XVI, y la cumplo por el juramento de obediencia. Tuve que viajar a Roma para que me informaran de este cambio. Esto luego de 23 años de estar en San Marcos.
¿Personalmente, le afecta el traslado?
Sí, porque todavía tenía algunos sueños que cumplir en San Marcos, sobre todo la tenencia de la tierra, el acompañamiento de jóvenes sacerdotes en la iglesia de las localidades y el proceso del cierre de la mina Marlin. En el caso de la minería seguiré apoyando, porque es un problema nacional.
¿Cuáles fueron los logros a lo largo de los 23 años en San Marcos?
Considero que fueron 23 años de evangelización, formación integral, plan de desarrollo integral y un plan de conversión hacia la juventud, pero que al final, la Diócesis de San Marcos ha logrado un perfil sobre la problemática agraria y de los migrantes.
¿Cómo ve a San Marcos y Huehuetenango, en relación con los problemas que afrontan?
Son muy parecidos, sigo sosteniendo que los campesinos o indígenas deben ser escuchados, y que los estaré apoyando. En el tema religioso, trataré de fortalecer a los sacerdotes y su trabajo, puesto que Huehuetenango cuenta con 30 parroquias y solo tiene 22 sacerdotes, y creo que sería el primer reto.
¿Qué opina sobre el conflicto en Santa Cruz Barrillas?
Trataré de conocer más en los próximos meses, para trabajar mancomunadamente, pero creo que es necesario fortalecer el diálogo. Considero que el problema de Barrillas es un problema que se hubiera arreglado a través del dialogó, pero se esperó hasta que se diera el asesinato de un líder. En el caso del estado de Sitio, el Gobierno lo hubiera declarado en última instancia, porque solamente generó riesgo y presión a la situación, y esto no ayuda a fortalecer la democracia entre las comunidades.
¿Cuál es su reto personal?
Mi reto siempre ha sido San marcos; sin embargo, tras esta decisión trataré de luchar y seguiré fortaleciéndome como misionero para convertir a los habitantes en lo espiritual y lo social, pues considero que van de la mano.
¿Cuál fue su experiencia en el tema de la minería en San Marcos?
Considero que el tema de la minería no es desarrollo económico ni social. Es un problema grave. Hace dos semanas presenté un estudio para el cierre de la mina Marlin, y aunque todavía tengo duda sobre el cierre, seguiremos tras el análisis y llevaremos el estudio a Estados Unidos. La instalación de estas explotaciones la considero inconstitucional, por no ser respetado el convenio 169 y ni la voz del pueblo.
¿Cómo enfrentará el conflicto por la hidroeléctrica en Huehuetenango?
Habría que hacer un estudio, pero considero que esa es una responsabilidad del Ministerio de Ambiente. Hay que ver el impacto ambiental, ya que en estos casos nunca se hace a lo profundo, no existe información concreta y que al final genera confusión dentro de la sociedad.
¿Cuál es su mensaje para la población de los dos departamentos?
Decir a las comunidades de Huehuetenango que mi único deseo es servir y que crezca la intervención del Evangelio, pero también apoyaré al departamento para crecer en armonía, y los atenderé tal como se merecen, para erradicar la problemática de las comunidades. A la comunidad de San Marcos, decirles que me voy muy triste y me duele mucho, pero que tengo que obedecer el mandato que se me ha asignado; sin embargo, lucharé por ellos para que se hagan valer sus derechos.
Prensa Libre 19/05/2012

sabato 12 maggio 2012

608 - INAUGURATO PROGRAMMA NAZIONALE "ACQUA PER TUTTI"

Il programma nazionale per il risanamento dell’acqua “Acqua per tutti” è stato inaugurato lunedì 23 aprile con un fondo di $160 milioni, con l’appoggio del Governo spagnolo e della Banca Interamericana per lo Sviluppo (BID), ed un contributo del Governo del Guatemala.
Del totale, $100 milioni corrispondono ad un contributo non rimborsabile della Spagna, mentre $50 sono per crediti di un fondo del BID. Il paese apporterà, da parte sua, $10 milioni. Attualmente si eseguono programmi per questo servizio per circa $38 milioni.
Il progetto prevede di investire nel settore dell’acqua potabile e risanamento nelle zone rurali e periferiche urbane a maggior tasso di povertà della nostra nazione, come parte delle politiche portate avanti dall’Esecutivo.
La vicepresidente Roxana Baldetti ha inaugurato l'attività e ha espresso rammarico perché la maggioranza dei bambini all'interno del paese muoiono per diarrea o problemi intestinali derivati della mancanza di acqua trattata e pulita.
Baldetti ha spiegato che nel paese esistono 31.445 comunità che non hanno accesso ad acqua potabile, e negli ultimi anni si è riuscito a rifornire solo 1.800 insediamenti umani. 
"Questo è appena il 15%, e per raggiungere gli Obiettivi per  lo Sviluppo del Millennio dobbiamo arrivare al 70%", ha aggiunto.
L'ambasciatore della Spagna in Guatemala, Manuel Lejarreta, ha spiegato i benefici della cooperazione che sarà coordinata dall’Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo (AECID).
Ha sottolineato che del totale dell'appoggio offerto dalla Spagna, il Guatemala è il secondo paese che più riceve dopo Haiti.
Nel 2007, la Cooperazione Spagnola ha coordinato una donazione per il Guatemala di US$100 milioni, circa Q770 milioni, per progetti di acqua potabile e risanamento.
Secondo Baldetti, ad oggi si utilizzano Q38 milioni di un primo pagamento di US$50 milioni, investiti in 180 progetti in 33 municipi di San Marcos, Quetzaltenango, Sololá e Chiquimula, raggruppati in sei associazioni.
CEG notizie, dal 24 al 30 aprile 2012

607 - LANZAN PROGRAMA NACIONAL “AGUA PARA TODOS”

El programa nacional para el saneamiento del vital líquido Agua para todos fue lanzado el lunes 23 con un fondo de $160 millones, con apoyo del Gobierno español y el Banco Interamericano de Desarrollo (BID), y un aporte del Gobierno de Guatemala.
Del total, $100 millones corresponden a un aporte no reembolsable de España, mientras $50 son para créditos de un fondo del BID. El país aportará, por su parte, $10 millones. Actualmente se ejecutan programas para este servicio por unos $38 millones.
El proyecto pretende invertir en el sector de agua potable y saneamiento en las zonas rurales y periféricas urbanas de mayor pobreza de nuestra nación como parte de las políticas impulsadas desde el Ejecutivo.
La vicepresidenta Roxana Baldetti inauguró la actividad y dijo lamentar que la mayoría de los niños en el interior del país mueren por diarreas o problemas intestinales derivados de la falta de agua tratada y sana.
Baldetti, explicó que en el país existen 31 mil 445 comunidades que carecen de acceso a agua potable, y en los últimos años se ha logrado abastecer solo a 1,800 asentamientos humanos. 
“Esto es apenas el 15 por ciento, y para cumplir con los Objetivos de Desarrollo del Milenio necesitamos llegar al 70 por ciento”, agrega la funcionaria.
El embajador de España en Guatemala, Manuel Lejarreta, explicó los beneficios de la cooperación que será coordinada por medio de la Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo (AECID).
Resaltó que del total del apoyo brindado por España, Guatemala es el segundo país que más recibe después de Haití.
En 2007, la Cooperación Española coordinó una donación para Guatemala de US$100 millones (alrededor de  Q770 millones) para proyectos de agua potable y saneamiento.
Según Baldetti, a la fecha se ejecutan Q38 millones de un primer desembolso de US$50 millones invertidos en 180 proyectos en 33 municipios de San Marcos, Quetzaltenango, Sololá y Chiquimula, congregados en 6 mancomunidades.
CEG Resumen de noticias, del  24 al 30 de  abril de 2012

sabato 5 maggio 2012

606 - CIDH ASCOLTA DUE TESTIMONIANZE

La Corte Interamericana di Diritti umani (CIDH), che tiene udienze in Ecuador, ha realizzato una udienza pubblica per la domanda internazionale interposta dalle famiglie di 28 delle 183 vittime, che sono legalmente sostenute dalla Fundación Myrna Mack.
Durante l’atto, è stata ascoltata la testimonianza dell'analista Kate Doyle, del National Security Archive di Washington, la quale ha detto che secondo il Diario Militare e l'Archivio Storico della Polizia Nazionale "l'Esercito pianificò la strategia, e la polizia operò come strumento delle operazioni"
Kate Doyle indicò che "è fondamentale sottolineare che lo Stato del Guatemala ha occultato l'informazione sul conflitto armato interno",e le informazioni sono state scoperte per caso ritrovando l'Archivio della Polizia Nazionale.
Nell'udienza ha dichiarato anche Manuel Vásquez, della Procura, che ha confermato che l'Esercito non ha facilitato le informazioni relative ai casi di sparizione forzata. "Quelle informazioni furono bruciate", afferma Vásquez, che così ha detto al Ministero della Difesa.
La CIDH ha ascoltato la testimonianza di Efraín García, padre di Lucrecia García Escobar, rapita 30 anni fa. "Credo" che sia morta, dichiarò García, raccontando che l’ha cercata in ospedali e prigioni senza risultati.
Mentre l'udienza proseguiva a Guayaquil, Ecuador, familiari che non hanno potuto viaggiare si sono riuniti negli uffici della Fundación Myrna Mack. Lì era presente Natalia Gálvez, che reclama giustizia per la scomparsa di suo figlio Carlos Guillermo Ramírez Gálvez, sparito il 14 febbraio 1984.
"Willy è stato portato via", sono state le parole con le quali il marito di Natalia le diede la notizia. La madre di Guglielmo sa che lo torturarono per 21 giorni come risulta nel Diario Militare. Natalia non perde la speranza di "abbracciarlo", afferma.
CEG, 24 - 30 aprile 2012

605 - CIDH ESCUCHA DOS TESTIMONIOS

La Corte Interamericana de Derechos Humanos (CIDH), que sesiona en Ecuador, realizó la audiencia pública por la demanda internacional interpuesta por familias de 28 de 183 víctimas, que son acompañadas legalmente por la Fundación Myrna Mack.
Durante la diligencia se escuchó el testimonio de la analista Katy Doyle, del National Security Archive de Washington, quien dijo con base en el Diario Militar y el Archivo Histórico de la Policía Nacional, que “el Ejército planificó la estrategia, y la policía fungió como instrumento de las operaciones”
Kate Doyle indicó que “es clave destacar que el Estado de Guatemala ha ocultado la información sobre el conflicto armado interno” y la que hay se detectó por casualidad al descubrir el Archivo de la Policía Nacional.
En la audiencia también declaró Manuel Vásquez, de la Fiscalía, quien confirmó que el Ejército no ha facilitado información relativa a los casos de desaparición forzada. “Esa información fue quemada”, afirma Vásquez que le expresó el Ministerio de la Defensa.
La CIDH escuchó el testimonio de Efraín García, padre de Lucrecia García Escobar, secuestrada hace 30 años. “Creo que está muerta”, declaró García al contar que la buscó en hospitales y cárceles sin resultados.
Mientras la audiencia se desarrollaba en Guayaquil, Ecuador, familiares que no pudo viajar se concentró en las oficinas de la Fundación Myrna Mack.  Ahí estaba Natalia Gálvez, quien reclama justicia por la desaparición de su hijo Carlos Guillermo Ramírez Gálvez, desaparecido el 14 de febrero de 1984.
“A Willy se lo llevaron”, fueron las palabras con que el esposo de Natalia le dio la noticia. La madre de Guillermo sabe que lo torturaron durante 21 días según consta en el Diario Militar. Natalia no pierde la esperanza de “abrazarlo”, afirma.
CEG, 24 - 30 de abril de 2012

martedì 1 maggio 2012

604 - AUMENTA SPESA MILITARE NEGLI ULTIMI ANNI A CONFRONTO CON GLI INVESTIMENTI SOCIALI

Membri dell'organizzazione Gruppo di Appoggio Mutuo (GAM) hanno segnalato che negli ultimi anni la spesa militare è aumentata, mentre gli investimenti sociali in temi come educazione, salute e sviluppo ambientale non ha ricevuto un importante budget.
Mynor Alvarado, coordinatore legale del GAM, ha sottolineato che il paese non investe ancora le sue risorse in problemi come la denutrizione e l'analfabetismo; le risorse devono essere concentrate sulle necessità della popolazione, ha sottolineato.
Alvarado ha detto che il tema della sicurezza è una delle necessità della popolazione, ma che per 15 anni l'esercito è stato per le strade e non è riuscito a ridurre questo fenomeno; si dovrebbe avere più intelligenza e programmazione, ha detto.
Secondo informazioni del GAM, nel 2012 sono stati assegnati al Ministero della Difesa Q1.654.912.072, cifra che viene dall'anno 2008; in un lasso di 5 anni il budget dell'esercito è aumentato di oltre 389 milioni, cifra che il GAM considera elevata, poiché dalla firma della pace non si giustifica.
Karla Campos, assessore giuridico di quell'organizzazione, ha paragonato la spesa militare con l'investimento sociale nel paese, segnalando che si destina tre volte più risorse all'acquisto di armamenti che all'acquisizione di libri per l’insegnamento nell'educazione basilare.
Secondo la ONG, investire il doppio del budget che fa attualmente in infrastruttura in salute in 14 dipartimenti beneficerebbe oltre ad otto milioni di persone, hanno assicurato i rappresentanti dell'organizzazione.
Il GAM ha fatto un appello perché il tema della spesa militare si discuta, dato che considera che non si possono investire cifre più basse in argomenti tanto importanti come l'educazione e la salute, e che le risorse devono dirigersi a migliorare i livelli di vita della popolazione guatemalteca.
Adital, 18/04/2012

603 - AUMENTA GASTO MILITAR EN LOS ÚLTIMOS AÑOS EN COMPARACIÓN A LA INVERSIÓN SOCIAL

Miembros de la organización Grupo de Apoyo Mutuo (GAM) señalaron que en los últimos años el gasto militar ha aumentado, mientras que la inversión social en temas como educación, salud y desarrollo ambiental no recibe un importante presupuesto.
Mynor Alvarado, coordinador legal del GAM, destacó que el país aún no invierte sus recursos en problemas como la desnutrición y el analfabetismo; los recursos deben enfocarse en las necesidades de la población, indicó.
Alvarado dijo que el tema de seguridad es una de las necesidades de la población, pero que durante 15 años el ejército ha estado en las calles y no ha logrado reducir este fenómeno; valdría tener más inteligencia y planificación, anotó.
De acuerdo con la información del GAM, en 2012 se asignaron al Ministerio de la Defensa Q1, 654.912.072, alza que viene desde el año 2008; en un lapso de 5 años el presupuesto del ejército subió más de 389 millones, cifra que el GAM considera elevada, ya que desde la firma de la paz no se justifica.
Karla Campos, asesora jurídica de esa organización comparó el gasto militar con la inversión social en el país al señalar que se destina tres veces más presupuesto a la compra de armamento que a la adquisición de libros de enseñanza en la educación básica.
A decir de la ONG, invertir el doble del presupuesto que actualmente lo hace en infraestructura en salud en 14 departamentos, beneficiaría a más de ocho millones de personas, aseguraron los representantes de la organización.
El GAM hizo un llamado para que el tema del gasto militar se ponga sobre la mesa ya que considera que no se puede invertir cifras más bajas en rubros tan importantes como la educación y la salud y que los recursos deben dirigirse a mejorar los niveles de vida de la población guatemalteca.
Adital, 18/04/2012